Birra: la storia

La storia della birra è lunga e affascinante, con radici che affondano in alcune delle più antiche civiltà del mondo. La birra ha origini molto antiche, legate alla storia e alla religione e cultura euroasiatiche. La birra sembra infatti essere nata 5000 anni fa in Mesopotamia. Le prime testimonianze della produzione di birra risalgono ai Sumeri, che consideravano questa bevanda un dono divino.

Sono state ritrovate tavolette cuneiformi con ricette di birra a base di orzo. I Babilonesi svilupparono ulteriormente l’arte birraria, producendo diverse tipologie di birra e includendola nelle razioni giornaliere e persino come forma di pagamento. Pare che in Mesopotamia vi fossero più di 20 tipologie di birra, diverse sia per diffusione che per intensità di sapore.

La birra aveva in Mesopotamia anche un significato religioso e rituale. Veniva bevuta durante i funerali e offerta alle divinità per garantire un tranquillo riposo al trapassato. Altra tradizione è che la dea della vita Ishtar, importante divinità della religione assiro-babilonese, traesse la sua potenza proprio dalla birra.

Dalla Mesopotamia la birra si diffuse anche in Egitto tanto che divenne una bevanda fondamentale nella dieta degli Egizi di tutte le classi sociali, inclusi i faraoni. Era prodotta con pane d’orzo cotto e veniva utilizzata anche in cerimonie religiose e come salario per i lavoratori, come quelli che costruirono le piramidi di Giza. Denominata “zithum”, era una bevanda dal gusto forte, aromatizzata con i lupini e considerata anche come alimento e medicina. Pare che una birra a basso tenore alcolico o diluita con acqua e miele venisse data ai bambini in svezzamento quando le madri non avevano latte. La presenza della birra in Egitto la fece rientrare anche nella cultura Ebraica, infatti molte sono le citazioni nei testi sacri che ricordano la fuga dall’Egitto, durante la quale gli Ebrei mangiarono per sette giorni il pane senza lievito bevendo birra.

La birra nell’antica Grecia e nell’impero Romano

In generale, nell’antichità la coltivazione dei cereali si accompagnava alla produzione di bevande ottenute attraverso la loro fermentazione alcolica, ossia le birre. Nell’antica Grecia, nelle feste popolari e nelle manifestazioni sportive, l’uso del vino era vietato, per cui gli antichi Greci iniziarono ad importare la birra dall’Egitto e dalla Mesopotamia. L’uso della birra divenne comune soprattutto in occasione delle feste in onore di Demetra, dea delle messi. Tuttavia, questa bevanda a base di orzo o farro, non era particolarmente apprezzata in Grecia. Una gran parte di loro infatti definivano la birra una bevanda barbara, di scarso valore rispetto al vino.

In Italia furono gli Etruschi i primi a bere e produrre sia la birra che il vino, trasmettendo ai Romani le loro tradizioni. Pare che lo stesso nome “birra” derivi dal latino bibere (bere), termine che ha un’assonanza molto simile a quella attuale. Mentre i Romani accrescevano la loro influenza nel mondo antico, la birra iniziava ad affermarsi tra le popolazioni dell’Europa centrale, come i Germani e i Celti. I Celti si erano stanziati principalmente in Gallia e in Britannia, ma la loro civiltà si sviluppò principalmente in Irlanda.

Dopo la caduta dell’impero romano, la produzione di birra si diffuse in tutta Europa, con un ruolo significativo dei monasteri. I monaci perfezionarono le tecniche di birrificazione e iniziarono a utilizzare il luppolo come conservante e aromatizzante, una pratica che si generalizzò intorno all’XI secolo.

La birra divenne una bevanda comune, consumata da persone di tutte le età e classi sociali. Contrariamente a una credenza popolare, l’acqua era spesso disponibile e bevuta, ma la birra era un’alternativa sicura e nutriente. Vennero introdotti anche alcuni nuovi ingredienti, tra i quali il luppolo. Prima della sua diffusione nei monasteri, infatti, le birre venivano aromatizzate con erbe, spezie, bacche e cortecce d’albero. I fiori del luppolo contengono un liquido giallo e appiccicoso, dal caratteristico sapore amaro e aromatico, che oltre ad aromatizzarla svolge anche una azione antisettica e conservante nella birra. La più antica “birreria” monastica è quella della abbazia di Weihehstephan, nei pressi di Monaco di Baviera, costruita nel 724 e ancora attiva.

Il birrificio di Weihenstephan, in Germania: è il più antico birrificio del mondo ancora attivo

Proprio in Baviera nel 1516 venne promulgato l’Editto della purezza (Reinheitsgebot), legge tuttora vigente in Germania, con il quale veniva consentito per la produzione della birra l’uso di solo malto d’orzo, acqua e luppolo. E’ del Belgio invece la leggenda del Re Gambrinus, vissuto nelle Fiandre, sedicente inventore della birra e sicuramente suo estimatore, oltre che grande bevitore.

Reinheitsgebot”, Legge Germanica di Purezza della Birra

 La birra arrivò in Inghilterra più tardi rispetto ad altre parti d’Europa, introdotta da immigrati olandesi nel XIV secolo. Prima di allora, si consumavano principalmente ale, bevande fermentate senza luppolo ed  era tipicamente prodotta in casa e venduta alle feste parrocchiali a scopo di beneficenza per la manutenzione di chiese e conventi. In Inghilterra l’acqua usata per la produzione della birra veniva per la prima volta bollita e sterilizzata, una garanzia in un periodo in cui l’acqua era spesso infetta. Il luppolo venne introdotto assai tardi nella birra Inglese, che continuò a chiamarsi ale, in contrapposizione delle birre luppolate del continente, detti invece “beer”.

Le tecniche di birrificazione continuarono a evolversi, con la nascita di diverse scuole e stili regionali in Europa. La scoperta del lievito e la comprensione dei processi di fermentazione nel XIX secolo portarono a una maggiore standardizzazione e controllo della produzione.

La rivoluzione industriale e scientifica dell’Ottocento portò alla produzione di birra su larga scala e alla sua diffusione a livello globale. Nuove tecnologie, come la refrigerazione e i processi di pastorizzazione, migliorarono la qualità e la conservazione della birra. Furono create macchine per tostare il malto, per raffreddare il mosto e per produrre ghiaccio artificiale (Carrè &Linde), fondamentale per la produzione di birre a bassa fermentazione: nasce così l’attuale “lager”. L’invenzione delle bottiglie stampate permise l’imbottigliamento industriale della birra. Il lievito responsabile della fermentazione della birra fu identificato dal ricercatore olandese Anton Van Leeuwenhoek (1632–1723) nel 1680 e da Anton Dreher e Gabriel Sedlmayrin in Baviera nel 1740, ma non se ne comprese né la natura né il meccanismo di azione. Giunto a Pilsen, in Boemia nel 1842, il lievito di birra permise di lanciare uno stile innovativo, la birra Pilsner, che in breve tempo divenne il riferimento mondiale del settore. Negli stessi anni Luigi Pasteur comprese sia l’azione dei lieviti sia quella dei batteri, responsabili di parecchi problemi nel mondo della vinificazione.

Birreria danese Carlsberg

Nel 1883 Emil Christian Hansen, della birreria danese Carlsberg, documentò scientificamente i differenti tipi di lievito e sviluppò la tecnica per la loro riproduzione, inaugurando l’era dei lieviti selezionati. Il lievito così ottenuto fu chiamato Saccharomyces carlbergensis. Per diversi secoli la produzione della birra conobbe solo due sistemi di fermentazione, quella ad alta temperatura e quella spontanea. Grazie a questi studi verso la fine dell’Ottocento si arrivò a creare il sistema della bassa fermentazione, destinato a divenire la base della produzione industriale della birra. Il Novecento aprì infatti anche per la birra l’era industriale. Le grandi industrie produttrici presero il sopravvento prima negli Stati Uniti, poi in tutto il mondo, sulle piccole birrerie locali, che meno di cent’anni dopo erano praticamente scomparse. La birra industriale veniva promossa sempre più come bevanda dissetante, mentre le birre speciali e quelle con forti caratterizzazioni e personalità rimasero sul mercato come prodotti di nicchia o con forte caratterizzazione locale. Negli ultimi anni però questo tipo di attività ha conosciuto un nuovo impulso ed è iniziata la valorizzazione culturale ed anche turistica della birra.

La birra oggi è un mercato vasto e diversificato, con molte tipologie che vanno oltre le semplici birre chiare e scure. La distinzione principale rimane tra birre ad alta fermentazione (Ale) e basse fermentazione (Lager). All’interno di questi, si trovano numerosi stili, ciascuno con caratteristiche uniche. 

Birre Ale: IPA, Stout, Porter, Weizen
  • Ale:
    • Pale Ale: Birre chiare, spesso con un aroma fruttato e un retrogusto luppolato. 
    • IPA (India Pale Ale): Caratterizzate da un aroma luppolato intenso e un amaro marcato. 
    • Stout: Birre scure, spesso con sentori di cioccolato, caffè e liquirizia. 
    • Porter: Birre scure, con un sapore più morbido rispetto alle Stout, con note di caramello e tostato. 
    • Weizen: Birre di frumento, spesso con un aroma speziato di banana e chiodi di garofano. 
  • Lager:
    • Pilsner: Birra chiara, con un gusto fresco e bilanciato, con un aroma luppolato pronunciato. 
    • Helles: Birra chiara, con un aroma maltato e un sapore dolce, tipica della Germania. 
    • Bock: Birra chiara, con un aroma maltato più pronunciato rispetto alla Helles, con sentori di caramello e tostato. 
    • Marzen: Birra chiara, con un aroma maltato e un sapore leggermente amaro, tipica della Germania, spesso associata all’Oktoberfest. 
    • Dunkel: Birra scura, con un aroma maltato più intenso e un sapore più corposo rispetto alla Marzen. 
Birre Lger: Pilsner, Marzen, Bock, Dunkel, Helles
  • Altre tipologie:
    • Blanche (Witbier): Birra chiara, con un aroma speziato di coriandolo e arancia. 
    • Lambic: Birra a fermentazione spontanea, con un sapore aspro e un aroma complesso. 

Oggi, la birra è in continua evoluzione, con:

  • Birre artigianali: che stanno spopolando, offrendo una grande varietà di stili e sapori. 
  • Birre internazionali: che stanno entrando sempre più nel mercato, portando nuove influenze e gusti. 
  • Innovazioni: come l’aggiunta di frutta, spezie e altri ingredienti per creare birre sempre più uniche e personalizzate. 

In sintesi, la birra oggi è un mondo variegato, con una vasta gamma di stili e tipologie, che vanno oltre le semplici birre chiare e scure, offrendo una grande varietà di sapori e aromi da esplorare. 


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